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Offrire strumenti di welfare a collaboratori e dipendenti è importantissimo per migliorare la soddisfazione complessiva e aumentare il loro potere d’acquisto. Ecco quanto costa offrire dei buoni pasto ai dipendenti per un’azienda e quali sono i vantaggi fiscali applicabili

I buoni pasto sono utilizzatissimi in Italia, specialmente dalle aziende che non dispongono di servizi di ristorazione collettiva (come ad esempio le mense). Essendo uno strumento molto popolare, vengono accettati dalla maggior parte dei supermercati, dei negozi di quartiere e dei ristoranti. Con l’affermarsi dei buoni pasto elettronici, anche le app di delivery e spesa a domicilio sono entrate nei principali circuiti italiani.

Inoltre i dipendenti sono sempre molto felici di ricevere i buoni pasto: si tratta di un’integrazione economica mensile non indifferente, considerando che ne viene fornito uno per ogni giornata lavorata. 

Grazie, poi, alla comodità di poter consultare il saldo buoni e le ultime transazioni dalla propria app, si potranno avere tutto sotto controllo e fare una programmazione mensile. Ma quali sono i vantaggi fiscali per l’azienda? E, soprattutto, perché al datore di lavoro conviene sceglierli?

Buoni pasto: un piccolo investimento utilissimo

Tale strumento di welfare è così diffuso anche perché conviene un po’ a tutte le parti in gioco: il lavoratore si vede riconosciuto un budget aggiuntivo che, entro determinati limiti, non concorre a formare reddito tassabile; il datore di lavoro può offrire un benefit molto apprezzato con un investimento minimo; gli esercenti di quartiere guadagnano nuovi clienti.

Per valutare l’impatto della misura sul bilancio aziendale è necessario prima specificare di quale buono si tratta. Ad oggi è molto più conveniente investire su quelli elettronici (sotto forma di app o card). È infatti possibile risparmiare le spese di logistica, il trasporto dei blocchetti e si evitano problemi in sede di fatturazione. C’è poi da sottolineare che – a partire dal 2020 – i buoni pasto cartacei sono detassati fino a quattro euro, mentre la cifra raddoppia per quelli elettronici, salendo a otto euro.

In caso il datore di lavoro eroghi a tutti i dipendenti (o a specifiche categorie) i buoni pasto potrà avere dei vantaggi fiscali.

Tassazione dei buoni pasto

L’intero importo dei buoni pasto è deducibile al 100%: ciò significa che sarà possibile reintegrare quasi totalmente il valore nominale del voucher. Per quanto riguarda l’IVA, invece, questa è limitata al 4% del valore complessivo ed è detraibile.

Differente, invece, il discorso per quanto riguarda le ditte individuali senza dipendenti e i liberi professionisti. In tal caso la deducibilità è calcolata esattamente come le altre spese di vitto e alloggio, ovvero nella misura del 75% nel limite del 2% di fatturato. Invariate le regole sull’imposizione dell’IVA.

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